Nel 1209 Padova mosse guerra ad Aldobrandino I, marchese d'Este. In quella campagna, i soldati padovani appartenenti alla contrada di Sant'Andrea si distinsero sugli altri. Perciò, quando Este fu vinta, si riportarono a Padova come trofeo un leone di San Marco in pietra e il Comune, per onorare il loro valore, gli permise di collocarlo davanti alla loro chiesa. Quando poi fu necessario restituire la statua ai legittimi proprietari, a sigillo della pace raggiunta, i padovani decretarono che non potevano fare più a meno di quella brutta statuetta: ne venne così fatta una copia, da posizionare nello stesso punto. Dopo quasi sei secoli, nel 1797, Padova passò ai francesi e, nel furore rivoluzionario di annientare tutte le memorie veneziane sul territorio, il prezioso bottino di guerra venne distrutto. Non appena le acque si calmarono, i parrocchiani di Sant'Andrea vollero riavere il loro antico emblema di gloria e così la figura venne rifatta dallo scultore Felice Chiereghin e rimessa al suo posto. Il leone fu in seguito nuovamente danneggiato da ignoti vandali, forse per la sua bruttezza ci verrebbe da dire, e questa volta fu lo scultore padovano Antonio Pennello a restituirlo ai padovani, nel 1914. Ma non termina qui la storia travagliata di questa statua. Nel settembre 2013 è stato scritto un ennesimo tragico capitolo della sua storia. Un ritorno dei francesi? Una vendetta dei signori d'Este? Niente di tutto ciò: un camioncino in retromarcia ha sbattuto contro la colonna, facendo cadere e riducendo in frantumi la celebre statua. Ma i padovani non si arrendono: farebbero di tutto per riavere la loro gatta spelacchiata, che, se la matematica non è un'opinione, dovrebbe ancora avere tre vite. |
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tratto da "Misteri e storie insolite di Padova" -Newton Comption editori |